Fiducia. Sostantivo plurale

Durante l’ultima edizione di Più libri, più Liberi, tenutasi a Roma, ho avuto la fortuna di imbattermi in un’opera che ha catturato la mia attenzione: un libro scritto a quattro mani da Sergio Sorgi e Francesca Bertè. Il volume, incentrato sul delicato tema della fiducia, mi ha subito affascinato, poiché affronta il concetto in maniera innovativa, sottolineando l’importanza della pluralità e della reciprocità come fondamenta indispensabili per la sua esistenza. Suddiviso in tre sezioni ben distinte, l’opera analizza l’argomento da una prospettiva molteplice e articolata: partendo dall’indagine sui motivi e gli oggetti della fiducia, passa poi alla sua applicazione pratica nelle relazioni e nella società, per concludere con un’interessante disquisizione sulla dimensione temporale della fiducia. Un libro, dunque, che promette di essere una guida preziosa e di stimolare riflessioni profonde sull’importanza di questo valore.

In particolare, mi soffermo sui 10 elementi della fiducia personale che riassumo qui di seguito:

La famiglia della fiducia personale si compone di 10 elementi:

  • EMPATIA. Ci fidiamo quando sentiamo che una persona è empatica, ovvero ha la capacità di sentire con me, ascoltando e comprendendo le mie emozioni senza necessariamente provare le mie stesse sensazioni. Questa distinzione è fondamentale, poiché l‘empatia non implica un’identificazione totale con l’altro, ma piuttosto una partecipazione consapevole e rispettosa al mondo emotivo altrui.
  • COERENZA. Ci fidiamo quando sentiamo che una persona dimostra coerenza. Una persona con una forte coerenza interna possiede principi ben definiti e un pensiero strutturato che si traduce in una linea guida chiara per le proprie azioni e decisioni. D’altra parte, la coerenza esterna si riferisce alla corrispondenza tra ciò che una persona proietta di sé e i comportamenti che effettivamente manifesta. Quando qualcuno è coerente esternamente, le azioni osservate sono in armonia con l’immagine o le aspettative che abbiamo di quella persona. Questo tipo di coerenza è fondamentale per costruire e mantenere la fiducia in relazioni sia personali che professionali.
  • VERITÀ. Non ci fidiamo di chi non dice la verità perché la menzogna erode le fondamenta della fiducia, creando incertezza. Dire la verità, anche quando può essere difficile o scomodo, è un segno di rispetto e integrità. Questo atteggiamento favorisce un ambiente di apertura e onestà, dove le persone possono contare l’una sull’altra e collaborare con la certezza che ci sia trasparenza e sincerità. La verità è il tessuto connettivo della fiducia, e senza di essa, i legami che uniscono individui, comunità e società diventano fragili e destinati a rompersi sotto il peso delle incertezze e dei dubbi.
  • CONOSCENZE e COMPETENZE. Ci fidiamo se qualcuno ha competenze affini a quelle che le chiediamo in termini di ruolo. Le conoscenze e le competenze sono due pilastri fondamentali quando si tratta di affidare compiti e responsabilità in ambito professionale
  • COLLABORAZIONE. Ci fidiamo di chi stimola una collaborazione autentica in modo orizzontale, dove ogni voce ha lo stesso peso e valore. In questo tipo di interazione, le decisioni e le azioni vengono prese congiuntamente. Questo approccio contrasta nettamente con la collaborazione verticale, dove una figura si erge a leader indiscusso, presumendo di possedere la conoscenza e l’esperienza necessarie per determinare ciò che è meglio per il gruppo, senza un effettivo dialogo o condivisione
  • DECISIONE. Ci fidiamo di chi ha l’autonomia di decidere e al tempo stesso accetta anche il dubbio. Il dubbio non è un nemico, ma un alleato che stimola a porsi domande, a non accontentarsi delle risposte superficiali e a esplorare in profondità ogni angolo dei nostri pensieri e delle situazioni che affrontiamo
  • RISPETTO. Ci fidiamo di chi ha la capacità di vedere e riconoscere la dignità intrinseca di ogni individuo, indipendentemente dalle differenze di etnia, genere, religione o status sociale. Chi riesce a trattare l’altro con considerazione e cortesia, senza cadere nella trappola dei pregiudizi o dei giudizi affrettati. Il rispetto si manifesta nell’ascolto attento, nel dialogo costruttivo e nella volontà di comprendere il punto di vista altrui, anche quando non condiviso. È un gesto di umanità che arricchisce non solo chi lo riceve, ma anche chi lo offre, creando le fondamenta per relazioni autentiche e durature
  • TRASPARENZA. Ci fidiamo di chi è trasparente ed è in grado di rappresentare apertamente ciò che si sa e ciò che non si sa. Essere trasparenti non significa solo condividere informazioni e conoscenze in modo onesto e aperto, ma anche ammettere i propri limiti e aree di miglioramento
  • RISULTATI. Ci fidiamo di chi ha ottenuto risultati positivi negli ambiti specifici della sua competenza. Difficilmente chiediamo consigli sul lavoro ad un disoccupato, o affidare la nostra salute ad un medico in sovrappeso o che fuma
  • APPROCCIO INTEGRATO AI PROBLEMI. Non ci fidiamo di chi non ha un approccio ampio e si limita ad una visione ristretta. Quando qualcuno dimostra di essere veramente interessato a noi, a ciò che viviamo e ai nostri problemi, si crea un legame basato su solidarietà e comprensione reciproca. Questo tipo di connessione va ben oltre il semplice scambio superficiale; si tratta di una relazione che si radica nella condivisione e nell’impegno comune per affrontare e risolvere le sfide che si presentano

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