L’egoismo è inutile. Elogio della gentilezza
“Se guardi indietro che cosa ti dispiace?”. Questa domanda, che l’autore George Saunders raccomanda di fare agli anziani, spesso riceve una risposta carica di saggezza e riflessione. Non è raro che la risposta sia “tutte le volte che non sono stato gentile“. La gentilezza, come emerge dalle parole di chi ha percorso un lungo cammino nella vita, è un valore sottovalutato, eppure di fondamentale importanza. Gli atti di gentilezza mancati si trasformano spesso in rimpianti che persistono nel tempo. La gentilezza, dunque, non è solo un gesto altruistico verso gli altri, ma anche un dono che facciamo a noi stessi, un investimento per non dover guardare indietro con rammarico.
I momenti in cui un altro essere umano era li, difronte a me, che soffriva, e io ho reagito … con buonsenso. Con pudore. Con moderazione.
Perchè nella vita non riusciamo ad essere più gentili? Come possiamo riuscire ad essere più gentili?
Ognuno di noi avrà vissuto momenti di massima Gentilezza e momenti di Minima Gentilezza, questo ci fa riscontrare, sempre secondo l’autore, che la Gentilezza è variabile e quindi migliorabile.
L’autore cerca di dare una risposta mirata al perchè non siamo gentili e riferisce un legame con Darwin. “Ognuno di noi viene al mondo, con una serie di equivoci congeniti che probabilmente sono di origine darwiniana“. Siamo farciti di egoismo:
- noi siamo al centro dell’universo (la nostra storia è la più importante)
- noi siamo separati dall’universo (ci siamo noi e poi tutto il resto)
- noi siamo eterni (la morte esiste per gli altri non per me)
La gentilezza è come un muscolo che può essere allenato con la pratica quotidiana. Creare un’abitudine di gentilezza può iniziare con l’impegno di compiere almeno un atto gentile a caso. Ricordiamoci che la gentilezza genera gentilezza; quindi, un nostro piccolo gesto può innescare una reazione a catena che contribuirà a creare un ambiente più amabile e solidale.
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