L’oceano di mezzo

Federico Rampini, con la penna di un esperto narratore e l’occhio acuto di un giornalista ci offre il racconto di un lungo viaggio. La sua vita da osservatore privilegiato (corrispondente estero in terre lontane), come lui stesso si definisce, lo ha portato a fare innumerevoli traslochi in diversi continenti. Ha vissuto per lungo tempo in Cina, a Bruxelles, dove è cresciuto e negli Stati Uniti, prima nella dinamica San Francisco e poi nella cosmopolita New York, città dove attualmente vive. Rampini, nelle sue pagine, delinea una mappa personale del mondo, mostrando come la vita in diversi continenti possa arricchire non solo un curriculum, ma soprattutto l’anima.

Il motivo che mi ha spinta a leggere questo libro è, oltre la stima che nutro per Rampini come giornalista globale, il fatto che nel suo stile narrativo riesca a intrecciare i luoghi che racconta con aspetti politici, economici, antropologici, culturali e tecnologici. Leggere un libro di Rampini è un viaggio intellettuale che stimola la riflessione su quanto sia intricato e interconnesso il nostro mondo, proprio come l’esperienza di osservare la diversità umana in un viaggio in metro nelle ore di punta.

Tanti ricordi e racconti di una vita nomade, un viaggiatore permanente. Un libro che offre, attraverso i suoi capitoli, anche delle guide di viaggio di zone del mondo che sono tutte da scoprire.

Non si capisce mai davvero un paese, fino a quando in quel paese non firmi un contratto d’affitto, paghi le tasse, iscrivi i figli a scuola, cerchi un medico

La Cina, per Rampini è l’Altro rispetto a noi, con la “A” maiuscola. È la civiltà più organicamente diversa dall’occidente. A Pechino sceglie di vivere in un luogo poco affollato, fuori dalla grandiosità della metropoli, per esercitarsi a capire come un popolo cosi particolare abbia creato la sua storia e al tempo stesso la sua frenesia tecnologica.

L’America invece, è per lui il luogo della cittadinanza. New York la “mia New York” come la definisce Rampini, è oggi una città rinata. Harlem è diventato un quartiere sicuro, a Central Park si puoi fare jogging anche la sera tardi. “La città che non dorme mai, la prodigiosa giostra di tutte le culture del mondo, i laboratorio che metabolizza il meglio da quattro continenti, è anche il Far West che concede troppo ai potenti”.

Molti altri sono i luoghi in cui Rampini ci trascina: Genova, Milano, Bruxelles, Parigi, San Francisco, Tianjin, Sichuan, Tokyo, Surabaya. Le ultime pagine del libro sono dedicate alle Sorgenti del Nilo ovvero alle sorgenti del mondo, dove la storia dell’umanità ha avuto inizio.

“Oceano di mezzo”, è la distanza geografica ma anche la separazione dagli affetti. Essere nomadi globali è anche “una scelta un pò egoistica”, conclude Rampini.


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